La scienza occulta

Castel del Monte è qualcosa di diverso da un semplice castello. Difatti non sono presenti nella sua costruzione elementi strutturali che caratterizzano i castelli del medioevo. La mancanza di elementi quali il fossato, le cantine, le scuderie, le cucine, gli alloggi per la servitù, la presenza di ampie finestre sconvenienti in un castello, poiché avrebbero potuto dare la possibilità al nemico di introdurre palle infuocate, la mancanza di feritoie, la presenza al suo interno di scale a chiocciola che salgono verso sinistra (inusuali in un castello) lasciando libero l’assalitore di brandire la spada con la mano destra, la bellezza dei suoi marmi e lo sfarzo nella cura dei particolari, ci danno l’idea che Castel del Monte non era una costruzione militare, ma qualcosa di diverso, una dimora di cultura, dove, isolati dai centri abitati, ci si poteva dedicare alle diverse scienze del sapere.

Castel del Monte era una dimora che ospitava un numero limitato della corte dell’Imperatore. La sua posizione isolata, il numero elevato di guardie, saraceni, cavalieri Teutonici, la mancanza di elementi offensivi nella sua architettura, lo rendevano un luogo inaccessibile a molti. Lì, sulla sommità di quel piccolo colle, in un luogo dove confluivano pochi scelti dall’Imperatore, in un luogo lontano dalla vista di curiosi, dove erano impiegati per la manutenzione dell’edificio uomini di Monopoli, Bitonto e Bitetto, luoghi distanti non poco dal castello. Quest’ultimo elemento tratto da un documento databile 1241/1246 ci rende l’esclusività e la riservatezza attribuita a quel luogo. In tempo di pace la manutenzione e l’amministrazione dei suoi castelli era affidata, infatti, a pochi custodi comandati da un funzionario imperiale.

In quel luogo, dove si potevano compiere operazioni per sublimare e per seguire soluzioni e distillazioni mettendo in pratica la scienza occulta chiamata Alchimia, quella scienza occulta il cui massimo sviluppo si ebbe in Europa tra il XII e il XVII secolo, consistente nella ricerca di qualcosa per l’alchimia metallurgica, incorruttibile, che rendesse nobili i metalli, che donasse l’immortalità, partendo dal principio che in natura esistessero cinque metalli corruttibili: piombo, ferro, rame,stagno, mercurio e due incorruttibili : argento e oro, non soggetti con il trascorrere del tempo a decadimento. In Castel del Monte, dunque, con i suoi camini troppo piccoli per essere utilizzati come cucine per preparare le numerose pietanze occorrenti ai banchetti imperiali, ma sufficienti per modellare con il fuoco la materia durante le misteriose operazioni dei vari preparati, durante le quali venivano utilizzati gli alambicchi, crogiuoli, che venivano poi riposti nelle nicchie laterali dei camini, nell’ottava sala il camino conserva le due nicchie laterali e parte della cappa.

Nelle lontane notti, quindi, del XIII secolo, nel castello venivano eseguite le misteriose operazioni che permettevano di produrre la perfezione dei metalli, la trasmutazione dei metalli vili in oro, in quel maniero dove si potevano compiere le operazioni segrete alla ricerca della quinta sostanza incorruttibile (terra, acqua, aria, fuoco, quattro elementi che compongono la materia,soggetti alla corruzione). Come ci riporta uno scritto del 1300 del Francescano Bonaventura che descrive il laboratorio come spazio costituito da stanze luminose e stanze in penombra dotate di finestre e come un laboratorio vero e proprio è necessario sia: isolato e lontano da curiosi per la produzione di fumi e odori, Castel del Monte, si può ben dire, rispondesse al meglio a tutti i requisiti. La presenza, inoltre, alla corte dell’Imperatore di Michele Scoto, tra i primi autori latini della scienza occulta, con i suoi scritti sui metalli e pianeti, rafforza maggiormente l’idea di Castel del Monte come fosse un luogo dove si praticava la nuova scienza.

Michele Scoto, amico di Federico II, fu un astrologo,mago, indovino, aveva infatti predetto anche la propria morte tanto da indossare a protezione del capo un elmetto di ferro, che però non servì a salvarlo quando attorno al 1236, a causa del crollo della volta di una chiesa, morì. Michele Scoto,traduttore di Aristotele, compose opere di astrologia ed Alchimia introducendo in Occidente i primi relativi trattati. Compilò per Federico varie opere di quella scienza che permetteva di creare oro a buon prezzo. Egli fu l’astrologo che sosteneva di avere assistito alla trasmutazione del rame in argento e che la leggenda vuole che durante i banchetti imperiali facesse comparire in tavola ogni ben di Dio, mentre in cucina i cuochi rimanevano inoperosi.

Michele Scoto, l’alchimista che aveva messo il suo ingegno al servizio dell’Imperatore nella dimora di Castel del Monte in cui con i suoi camini (la disposizione delle cisterne per la raccolta dell’ACQUA quanto quella dei camini FUOCO formano il pentagono stellato con il vertice verso l’alto) venivano compiute segrete operazioni per cercare la perfezione della materia.